All’indomani della conclusione dell’adempimento di deposito dei bilanci entro il 30 giugno 2023 che ha riguardato numerosi enti del terzo settore iscritti al RUNTS, emergono i primi dati rappresentativi della portata della riforma messa a punto dal D.Lgs. 117/2017 e che ha disposto l’istituzione del Registro Unico il 23 novembre 2021.
Al 6 luglio 2023 gli enti iscritti ammontano a 110.920.
Il 42% sono APS, il 31% sono ODV, il 22% sono imprese sociali e la quota rimanente rappresenta le altre categorie del registro.
Per le ODV ed APS iscritte nei registri istituiti ai sensi delle leggi 266/1991 e 383/2000, è stata prevista l’iscrizione al RUNTS tramite la procedura di “trasmigrazione”. Gli enti che hanno concluso questo processo positivamente sono 68.737, rispetto agli 88.000 coinvolti.
Alla luce di questi dati, escludendo le imprese sociali che si iscrivono direttamente nel Registro delle Imprese il quale, successivamente, comunica l’informazione al RUNTS; gli enti neoiscritti ammontano a 17.926.
Dai dati sopra riportati emerge che quasi 20.000 enti che sarebbero dovuti trasmigrare al RUNTS non sono ancora iscritti, le motivazioni sono diverse. La procedura di trasmigrazione prevedeva infatti che gli uffici provinciali verificassero il possesso dei requisiti previsti dalla normativa in capo all’ente: spesso, quindi, si sono resi necessari adeguamenti statutari ed integrazioni documentali a cui gli interessati non hanno voluto far fronte sulla base di scelte volontarie o non sono stati in grado di gestire nei tempi richiesti. Circa 8.600 hanno pertanto ricevuto il provvedimento di diniego di iscrizione. Diversi tra questi enti hanno successivamente presentato richiesta di nuova iscrizione potendo gestisce la raccolta delle informazioni in un arco temporale maggiore.
Ad oggi per 10.000 enti la situazione è ancora “sospesa”: la fase di migrazione non ha avuto né esito positivo né negativo.
É importante ricordare che le Onlus, circa 22 mila, sono ancora in attesa della definizione del nuovo regime fiscale degli enti del Terzo settore in modo da poter valutare con molta attenzione la loro situazione. A tal proposito vi invitiamo a leggere l'approfondimento che potete trovare a fine articolo.
Con l’entrata in vigore del RUNTS per poter beneficiare del 5 per mille è necessario essere tra gli enti iscritti, ad esclusione delle ONLUS per la quale rimangono temporaneamente in essere i precedenti elenchi dell’Agenzia Entrate.
Ogni realtà no-profit negli ultimi due anni si è dovuta scontrare con le numerose difficoltà dei nuovi adempimenti previsti da questa riforma. In questo quadro di novità, incertezze e scadenze, C.S.A. Coesi ha supportato le APS ed ODV del territorio nella gestione e monitoraggio dei vari step dei procedimenti.
Nello specifico: oltre 220 sono gli adeguamenti statutari predisposti e registrati in Agenzia delle Entrate, più di 150 enti sono stati accompagnati nella conclusione positiva del processo di trasmigrazione, oltre 50 evasioni di nuove iscrizioni, 20 associazioni hanno deciso di interrompere la trasmigrazione, oltre 280 pratiche di deposito bilancio, più di 250 bilanci predisposti secondo i nuovi schemi ministeriali, oltre 350 pratiche di aggiornamento dati di cui circa 150 relative al 5 per mille.
Ottenuta l’iscrizione per l’ETS gli adempimenti non sono conclusi: ogni anno dovrà predisporre le pratiche di deposito bilancio e comunicare le variazioni dati intervenute rispettando i termini di legge. Inoltre, anche in caso di chiusura dell’ente si dovrà predisporre la procedura di cancellazione dal RUNTS.
Nuovo regime fiscale degli Enti del Terzo Settore
Il tema della fiscalità nel Terzo settore è oggetto di più tavoli di lavoro, con l’intento di dare certezze e stabilità alle disposizioni fiscali agli enti interessati dalla Riforma (D.lgs 117/2017).
Su indicazioni del viceministro dell’Economia e delle finanze Maurizio Leo, è stato creato un tavolo specifico con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dedicato alla fiscalità e al Terzo settore all’interno del quale uno dei temi è proprio la notifica delle disposizioni fiscali alla Commissione Europea. Al tavolo sono presenti, oltre alle componenti tecniche dei due ministeri, anche quelli dell’Agenzia delle Entrate e esperti delle rappresentanze del Terzo settore.
L’importanza di questo tavolo di lavoro, per la quale si auspica un proficuo esito, nasce dal fatto che con l’autorizzazione della Commissione Europea la riforma avrebbe piena attuazione e si darebbe la possibilità alle 22.000 Onlus di scegliere definitivamente se entrare o meno nel RUNTS o comunque pianificare ed orientare la vita associativa.
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